sabato 18 febbraio 2012

Il diario del vampiro - La furia di Lisa Jane Smith

Il diario del vampiro - La furia
di Lisa Jane Smith
Listino: € 12,90
Editore: Newton Compton
Collana: Narrativa
Pagine: 224, rilegato
Lingua: Italiano
EAN: 9788854113527
Data uscita: 05/02/2009

Trama (feltrinelli):
Vertici di un fatale triangolo d'amore, Elena e i due vampiri fratelli Stefan e Damon hanno un unico destino. Ora che Elena ha ceduto al fascino del crudele Damon, ora che l'odio di Stefan per il fratello sembra ormai inestinguibile, i tre dovranno stipulare una tregua e unire le loro forze, per affrontare una terribile e oscura minaccia. Una furia malvagia che potrà essere sconfitta soltanto da un'alleanza solida. Odio e amore, sangue e vendetta: sono questi i marchi che segnano la paurosa nuova awentura e ne sigillano la sorte.

Ok. Penso di essermi innamorata. *-* Sì, lo ammetto: ho cominciato a leggere questo libro avendo molte aspettative, troppe; poi sono stata delusa. Non mi piaceva. Adesso, però, mi sono fatta avvolgere dall'oscurità e dalla tensione divorando questo libro in pochissimo tempo, e sono rimasta sconvolta quando è finito. Ci sono moltissime scene che mi hanno commosso: come quella tra Elena e le sue amiche, o quando riabbraccia la sorellina di quattro anni, o la scena tra Elena e Matt nella sua stanza da letto; per non parlare delle scene finali tra Elena e Stefan, e la parte di diario di Bonnie
Il libro inizia con Elena che risvegliatasi, sente l'impulso di salvare Lui, il suo creatore: Damon. Attaccando così uno Stefan sconvolto dal dolore, e dallo stupore non appena la vede. Elena non ricorda molto della sua vita umana: non ricorda quasi nulla, solo piccoli sprazzi di lucidità, e sicuramente non ricorda Stefan, nè il suo amore per lui; sà soltanto che ama Damon, senza una reale ragione. Dopo il completamento della trasformazione, però, la sua mente torna quella di prima, e ricomincia a ricordare, anche quello che ha fatto durante il suo stato confusionale, e cosa le è successo: Elena Gilbert creduta morta da tutta la città di Fell's Church, è stata trasformata in una vampira. E qui inizia l'avventura: chi ha ucciso Elena? Chi sta facendo impazzire i cani in città? Chi c'è dietro tutto questo caos? Così Elena, con l'aiuto del suo Stefan, e dell'affascinante quanto tenebroso fratello, si allea con i suoi amici umani, Bonnie, Meredith, e Matt, per scoprire chi ci sia dietro questo grande Potere. Anzi, questo grande Bianco Potere. Katherine. E chi mai riuscirà a sconfiggere questa temibile, quanto fuori di testa, avversaria?! Uno Stefan torturato a sangue?! Un Damon, privo di sensi e immerso nel proprio sangue?! O la bella nuova vampira?!

''«Non è stata una buona idea, Meredith. Me ne vado». «No. Oh, non andartene». Bonnie tornò sui propri passi con la stessa rapidità con cui si era allontanata, e si precipitò fra le braccia di Elena. «Mi dispiace, Elena; scusami. Non importa chi sei; sono solo felice che tu sia tornata. È stato terribile senza di te». Ora Elena singhiozzava sul serio. Le lacrime che non aveva pianto quando era stata con Stefan arrivarono adesso. Pianse, aggrappandosi a Bonnie, sentendo le braccia di Meredithche stringevano entrambe. Ora piangevano tutte e tre, Meredith in silenzio, Bonnie fragorosamente ed Elena con disperata intensità.''

''Ciao, piccola, pensò Elena, e ricacciò in gola le lacrime. Era una scena di una tale innocente dolcezza: il lumino da notte, la piccola nel letto, gli animali di peluche che vegliavano su di lei. [...] Una manina stava tirando il pullover di Elena. «Sei tornata!», esclamò Margaret, abbracciando i fianchi di Elena. «Mi sei mancata».«Oh, Margaret, tu mi sei mancata...», cominciò Elena, e poi s'irrigidì. [...] «Sei fredda», osservò Margaret. Poi sollevò gli occhi per guardarla inviso. «Sei un angelo?» «Mmm... non esattamente». L'esatto contrario, pensò Elena ironicamente.«Zia Judith dice che sei andata a stare con mamma e papà. Li hai già visti?» «Io... non è facile da spiegare, Margaret. No, non li ho ancora visti. E non sono un angelo, ma sarò il tuo angelo custode comunque, d'accordo? Veglierò su di te, anche quando non riuscirai a vedermi. Ok?» «Ok». Margaret giocherellava con le sue dita. «Vuol dire che non puoi più vivere qui?». Elena fece scorrere lo sguardo per la stanza bianca e rosa, sui peluche posati sopra le mensole, sulla piccola scrivania e sul cavallo a dondolo nell'angolo, che un tempo era stato suo. «Sì, vuol dire questo», le disse dolcemente. «Quando mi hanno detto che eri andata a stare con mamma e papà, gli ho detto che volevo venirci anch'io». Elena batté le palpebre. «Oh, piccola. Per te non è ancora arrivato il momento, quindi non è possibile. E zia Judith ti vuole tanto bene, e si sentirebbe sola senza di te». Margaret annuì, le palpebre socchiuse. Ma quando Elena l'aiutò asdraiarsi e tirò su la coperta, la bambina le fece un'altra domanda. «Ma tu non mi vuoi bene?» «Oh, certo che te ne voglio. Ti voglio tantissimo bene... non immaginavo neanche quanto, fino a oggi. Ma starò bene, e zia Judith avrà ancora più bisogno di te. E...». Elena dovette fare un respiro per calmarsi, ma quando abbassò lo sguardo vide che gli occhi di Margaret erano chiusi, il respiro regolare. Si era addormentata''

''«Ti amo», le sussurrò Stefan sul collo, ed Elena lo strinse più forte a sé. Ora capì perché Stefan aveva avuto paura di dirlo per così tanto tempo. Quando il pensiero del domani ti sgomenta, è difficile prendere un impegno. Perché non vuoi trascinare qualcun altro nel baratro insieme a te.''

''I suoi occhi furono catturati, suo malgrado, dalla vena blu in evidenza sul collo di Matt. Quando riuscì a staccare gli occhi da lì e a guardarlo dinuovo in faccia, vide che lo sconcerto stava cedendo il passo a un'improvvisa comprensione. Poi a qualcosa di straordinario: accettazione. «Ok», disse Matt. Non era sicura di aver sentito bene. «Matt?» «Ho detto ok. Non ho sentito dolore l'altra volta». «No. No, Matt, davvero. Non sono venuta qui per questo...». «Lo so. Per questo lo voglio. Voglio darti qualcosa che non mi hai chiesto». Dopo un momento, aggiunse: «In nome della vecchia amicizia». Stefan, pensò Elena. Ma Stefan le aveva detto di andare, e di andare da sola. Stefan sapeva che sarebbe andata così. E che era giusto così. Era il dono che lui faceva a Matt... e a lei. Ma sto tornando da te, Stefan, disse Elena dentro di sé. Mentre si chinava su di lui, Matt disse: «Domani voglio venire ad aiutarvi, sai. Anche se non sono stato invitato». Poi le labbra di Elena sfiorarono la sua gola''

''Stefan la tenne fra le braccia finché gli occhi di Elena non si chiusero. [...] Guardò il rettangolo di luce solare, solo a uno o due passi di distanza da lui. Elena era andata nella luce. Lo aveva lasciato lì da solo. Non per molto, pensò. Il suo anello era sul pavimento. Non gli diede neanche un'occhiata mentre si alzava in piedi, gli occhi fissi sul fascio di luce solare che risplendeva in basso. Una mano gli afferrò il braccio e lo tirò indietro. Stefan guardò in faccia il fratello. Gli occhi di Damon erano neri come la notte, e nella mano stringeva l'anello di Stefan. Mentre quest'ultimo rimaneva a guardare, incapace di muoversi, il fratello gli infilò a forza l'anello al dito, poi lo lasciò andare. «Adesso», disse, ricadendo indietro con una smorfia di dolore, «puoi andare dove vuoi». Raccolse da terra l'anello che Stefan aveva dato a Elena e glielo porse. «Anche questo è tuo. Prendilo. Prendilo e vattene». Girò la testa dall'altra parte. Stefan guardò a lungo il cerchio d'oro che aveva nel palmo della mano. Poi le dita si chiusero su di esso e si voltò a guardare il fratello.  Damon teneva gli occhi chiusi e respirava a fatica. Aveva un'aria sfinita e sofferente. E Stefan aveva fatto una promessa a Elena. «Andiamo», disse, semplicemente, infilando l'anello in tasca. «Troviamo un posto dove potrai riposare».Cinse il fratello con un braccio per aiutarlo ad alzarsi. Poi, solo per unistante, lo strinse a sé.''

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