martedì 26 novembre 2019

"È così che si fa" di Giulia Rossi

Buongiorno readers! È  un po' che non scrivo, il blog è in manutenzione e ogni volta che entro va a finire che aggiusto un po' qua e un po' là senza mai dedicarmi davvero a recensioni o altro! 😕 Ma questa recensione è abbastanza importante, quindi, eccomi qui - cercando di non guardare quanto la grafica sia disastrosa - a scrivere!




È così che si fa
GIULIA ROSSI



Listino:
16,90€
Copertina: Brossura
Editore: Nord
Pagine: 342
EAN: 9788842931881
Data di uscita: 05/09/2019
Genere: romanzo
Se chiedessimo al professor Federico Gastaldi quando tutto è cominciato, risponderebbe d'istinto: «Quel pomeriggio d'ottobre. Proprio nel momento in cui mia moglie aveva più bisogno di me, io ero fuori casa, avevo altro per la testa, e non ho nemmeno sentito il telefonino che squillava a vuoto. Da allora, mi è andato tutto storto, e io ho commesso fin troppi sbagli...» Questo romanzo, invece, inizia qualche mese dopo, una mattina di maggio, quando a scuola - un liceo classico di una cittadina di provincia - viene trovato un biglietto anonimo che subito viene fotografato e condiviso sulle chat di WhatsApp. E una confessione, uno sfogo, forse una lettera d'addio. L'autore è di sicuro uno studente, ma chi? L'ultimo a sapere dell'accaduto è come al solito Federico, che tornato a casa si accorge di avere il telefono pieno di notifiche. Legge i messaggi allarmati dei colleghi, infila la mano nella tasca dei pantaloni e impreca... Ha perso quello stupido biglietto, scritto di getto all'alba, e proprio nei corridoi della scuola! Nel giro di un paio di giorni, il biglietto diventa virale su Facebook e la storia monta a tal punto da interessare persino giornali e televisione. Ma un risvolto positivo in questa faccenda c'è. Mentre è freneticamente impegnato a proteggere la sua vita privata dalla curiosità dei social, Federico è finalmente costretto ad affrontare tutto ciò che è accaduto da quel famoso pomeriggio di ottobre a quella mattina di maggio. E così anche noi lettori, rivelazione dopo rivelazione, impareremo a conoscere davvero Federico, un brav'uomo che si è scoperto fin troppo fragile, al punto da commettere un ultimo, imperdonabile errore. Vittoria, una moglie allo stesso tempo presente e assente. E Matilde, una studentessa diversa dalle altre: testarda, intelligente e... innamorata. E assieme a loro ci renderemo conto che non c'è più posto per alibi, bugie e scorciatoie. Perché tutti noi sbagliamo nella vita, l'importante è trovare il modo giusto di riscattarci.


"Questa storia non rientra in una categoria. E non perché sia speciale, ma perché ogni storia, in fondo, è l'eccezione a una regola che non esiste."
"E' così che si fa" è un libro particolare. Intenso. Non intenso come quei romanzi in cui ci sono una serie infinite di tragedie tra cui morti, malattie incurabili che ti fanno piangere all'infinito; no, l'intensità del libro è proprio quella di parlare di tragedie che ci sfiorano ogni giorno senza però che vengano manifestate a gran voce. Nei ringraziamenti l'autrice afferma che la sua agente ha definito le pagine del libro "parole sussurrate in mezzo a un mondo che urla". Ebbene io l'ho percepito così. L'ho sentito piano scivolarmi addosso ed entrami nella pelle, lentamente, senza alcuna emozione aggressiva di sconforto, la tristezza è calata silenziosa. In realtà, proprio per questa sua delicatezza, potrebbe sembrare noioso, all'inizio, ma più si va avanti più i fili ingarbugliati delle vite di queste persone ti avvolgono, e tu non vuoi fare altro che districarli.
Credo che a un certo punto impari a fare una cernita delle cose in grado di farti affondare.
Forse questo non è un libro che rileggerei due o tre volte, ma è uno di quei libri che ringrazio di aver trovato nel mio cammino, magari non per la storia travolgente o originale, ma per le sue citazioni, per quelle frasi che hanno parlato di me e di come mi sento, e di come va il mondo. Quasi te lo spiega, il mondo, ti dice quanto è marcio e cosa c'è che non va, ma non ti da una soluzione, né ti da speranza, di tanto in tanto ti consiglia: "Quello che fai cambia sempre qualcosa. Anche quando sembra che non cambi niente. Il giorno in cui smetterai di pensarlo, sarà il giorno in cui diventerai vecchio."

Federico è il classico uomo perbene, quell'amico leale che rimane nel bene e nel male, quell'insegnante che ti lascia il segno e che almeno una volta nel proprio percorso scolastico bisognerebbe incontrare, E' quell'insegnante che crede che un voto alto non sia l'obiettivo ma solo parte del percorso. Mi ha ricordato vagamente Alessandro di "Scusa ma ti chiamo amore", non di certo per la descrizione, ma probabilmente perché entrambi si sono lasciati affascinare dalla giovinezza, da quello che quell'età contiene in sé: la possibilità di potere ancora fare tutto. E allo stesso tempo Matilde mi ha ricordato Niki nella sua superficialità di diciottenne, nella sua speranza di potere affrontare il mondo con unica arma l'amore. Ma le storie sono assolutamente differenti, nel libro di Moccia Alessandro si libera dalla "strega" e trova in Niki la sua anima gemella. Qui è differente. Qui non ci sono fidanzate o mogli stronze di cui liberarsi. No, qui c'è una donna qualunque. Vittoria mi è stata antipatica all'inizio, sembrava la classica ragazza moderna tutta verdure e fitness, fissata con l'apparenza. Ecco, mi sono lasciata fuorviare, solo dopo, conoscendola mi sono ricreduta e mi sono persino sentita in colpa. Il bello di questo libro è proprio questo: ti da uno spiraglio di vita di ognuno di questi personaggi e te li fa amare tutti, indistintamente. Non ci sono buoni o cattivi, non riesci ad essere di parte con nessuno di loro. Tutti hanno fatto errore e sono stati feriti, e a volte sono proprio le ferite che li hanno fatti sbagliare.
"Ognuno si salva come può, non avere la presunzione di pensare che i tuoi salvagenti siano migliori dei miei."
Ci sono moltissimi personaggi di cui mi soffermerei a parlare ma finirei per dilungarmi più di quanto non stia già facendo! Ma un personaggio che devo assolutamente citare è Andrea. Questo liceale è forse il mio personaggio preferito. Nella mischia di tutte queste persone spaesate dal dolore è l'unico che abbia trovato la luce e la forza per andare avanti. Tra chi ha perso è l'unico che abbia avuto la forza per risollevarsi e di non gravare sugli altri. Guardandolo così socievole e solare non ci si aspetta che abbia sofferto più di un normale liceale; in realtà all'inizio lo trovavo anche abbastanza superficiale come (giustamente) ogni ragazzo della sua età può essere; e invece no, mi lascia di stucco spiegando a parole sue come dovrebbe essere l'amore.
"Sa quali sono gli unici criteri per capire se una persona è davvero quella giusta per te? Sono due, universali e infallibili. E li sto inventando proprio in questo momento. Uno. Misurare la forza vitale. Vedere come ti va il resto della vita mentre ami questa persona. O pensi di amarla. Dai, hai capito: vedere quanta carica ti mette per le cose che non hanno niente a che vedere con voi due. Studiare, leggere, guardare film. Sei uscita a fare passeggiate in posti sconosciuti, mentre eri presa ad amarlo? Ti è venuta voglia di fare una cosa stupida per il gusto di farla? Se è così, prendi lo scooter, te lo presto. Va' da lui e fa un ultimo tentativo, a costo di essere bollata come la rifiutata per l'eternità. Perché quando ami qualcuno devi avere rispetto per ciò che senti. Potrebbe non ricapitarti mai più. Il secondo me l'ha insegnato un amico. Si chiama Italo. Un tizio, fa Calvino di cognome. Senti qua, Non ci si può amare se non si è se stessi con tutte le proprie forze. Questo implica che dovresti avere il coraggio di andare da lui e dirgli che lo ami senza passare da casa a cambiarti e truccarti. E lui non dovrebbe dirti che sei bellissima, dovrebbe scoppiare a ridere e risponderti che hai avuto serate migliori, ma sono le peggiori che si condividono con chi conta davvero."
I finali "aperti" in genere mi lasciano un po' l'amaro in bocca; questa volta l'ho trovato perfetto con l'andamento del libro. Come nella vita vera non sai cosa ti aspetta nel domani, e così ci lascia il libro, con ogni possibilità che qualcosa possa avvenire oppure no.
Incredibilmente piacevoli sono stati i ringraziamenti, che in realtà li ho considerati un po' un extra. La spiegazione di alcuni spunti o lo scorcio sulla sua vita che ha dato modo di leggere è stato interessante, a partire dal commento scortese della signora al fenomeno del Blue Whale. Inoltre, ancora prima di leggere l'ultima riga dei ringraziamenti, avevo già espresso lo stesso pensiero dell'autrice: "domani la tempesta mediatica potrebbe colpire me. O un mio parente. O un mio amico. Giudicati, scherniti, etichettati. Seduti su una versione virtuale ma altrettanto letale della sedia elettrica. Perché tutti abbiamo qualcosa di cui poterci vergognare. Siamo stati solo più fortunati a non essere stati scoperti." Detto ciò, posso quindi affermare con assoluta sicurezza che adoro questa autrice, ma forse penso di adorarla ancor più come persona.

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